lunedì 21 gennaio 2013

Il Cigno


I cigni sono in stretta relazione con gli dèi luminosi d'Irlanda, i Tuatha Dé Danann, e sono il simbolo di saggezza, amore sincero, fedeltà per la/il propria/o compagna/o, innocenza, purezza, forza e coraggio. Il cigno dona la capacità di interpretare i sogni e rappresenta l'evoluzione spirituale. E' legato all'acqua (dove nuota), all'aria (dove vola) ed alla terra (dove si posa), ma rappresenta soprattutto il fuoco del sole da cui trae il suo potere per padroneggiare gli altri tre elementi. Rappresenta la comunicazione fra gli elementi, fra i diversi mondi e come animale sacro alla Dea è considerato un simbolo del sole e un messaggero degli dèi, benefico e sacro possessore di poteri magici legati alla musica e al canto, uniti ai poteri terapeutici del sole e dell'acqua: il cigno rappresenta anche la luce interiore dello spirito umano, la scintilla divina nell'uomo. Il suo volo è paragonato al ritorno dello spirito verso la propria sorgente e rappresenta la parte dell'uomo che tende al bene, al meglio di sé, alla perfezione, alla spiritualità. Proprio per queste sue caratteristiche il cigno viene considerato l’animale sacro a Brighid,  dea dal Triplice Volto: Dea del Fuoco sacro e delle Acque, Signora dei Bardi, che, si narra,  indossassero mantelli fatti con piume di cigno. Nel medioevo era l'emblema della cavalleria mistica e rappresentava il cavaliere che partiva alla ricerca del Graal, la Sacra Coppa. Il cigno, nell'Europa settentrionale precristiana, era l'icona del dio solare che inviava luce, calore e fecondità al mondo. Presso i Lapponi la sua immagine è ancora oggi un talismano, ed il suo becco un amuleto che le giovani spose portano su di loro fino a quando il primo figlio non sia diventato adolescente. Presso i Celti i cigni guidavano la barca solare nell'oceano celeste. Ma erano anche la forma di molti esseri celesti quando penetravano nel mondo visibile. Simboleggiavano infine lo stato superiore o angelico dell'essere liberato che ritorna al Principio supremo. Nella mitologia greca compaiono molte metamorfosi di esseri umani in cigno. Le più celebri sono quelle di Zeus, che si tramutò in cigno due volte: una per sedurre Nemesi, l'altra per sedurre Leda. Nemesi, figlia della Notte, sfuggendo a Zeus, si gettò in mare trasformandosi in pesce, poi risalì sulla terraferma assumendo la forma di vari animali per confondere l'inseguitore; Zeus la raggiunse quando era in forma di oca e la possedette con le sembianze del cigno. Nemesi dopo alcuni mesi depose un uovo color giacinto azzurro, da cui sarebbe uscita la bella Elena. Leda (il cui nome presso i Lici era Lada, che significa "donna", analogo a Latona o Letò o Lat, madre di Apollo) si unì a Zeus-Cigno in forma di essere umano o in forma di oca a seconda delle versioni. Frutto dell'amore furono due uova; da una nacquero i Dioscuri (lett.: "figli di Zeus"), dall'altro Elena e, pare, Clitennestra.
Secondo alcuni gli amori del cigno e dell'oca raffigurano simbolicamente un unico uccello simbolico dalla duplice valenza maschile-femminile, un essere ermafrodito da cui nasce il mondo, in forma di uovo. Così è facile collegare le uova di cui sopra al rosso uovo, detto glain nella mitologia celtica, deposto dalla Grande Madre lungo la riva del mondo, o all'uovo del mondo covato dall'oca del Nilo, o all'uovo cosmico (Brahmanda) covato dall'hamsa sulle acque primordiali.
La mitologia abbonda poi di fanciulle fatate (Sidhe) che si manifestano nel mondo degli uomini sotto le mentite spoglie di bianchi cigni,  solitamente adornati di catenelle d’oro o d’argento. Sempre in cigno si tramutò Oengus McOg pur di divenire l’amante  di una dama conosciuta in sogno; e Midir, principe dei Tuatha Dè Danaan irlandesi, si mutò con Etain in cigno per fuggire nell’Altromondo. Il lungo collo ricurvo ricorda il serpente,  a sua volta metafora della saggezza, creatura legata alla terra. Animale che ricorda la shakti, ovvero l’energia vitale femminile che si risveglia e connette alla Terra. Questo legame con l’Aldilà pare venga ulteriormente rafforzato se si analizzano alcuni racconti, nei quali le metamorfosi in cigno  avvengono spesso a Samhain, ovvero nel giorno più sacro ai celti: giorno nel quale si riteneva che il velo tra questo e l’altro mondo fosse oltremodo sottile e che le anime potessero tornare a far visita ai propri cari. Il cigno è dunque simbolo degli opposti, della mutazione, del cambiamento che, se accettato pianamente, permette la trasformazione e la crescita dello spirito. Consente di guardare Oltre. Oltre i confini, oltre le apparenze, oltre le disarmonie. Il Cigno diviene il simbolo del nostro viaggio interiore verso il divino, ciò che ci permette di evolverci da brutti anatroccoli a magnifiche creature. E’ fuoco e acqua, dalla cui unione origina il vapore, o, più romanticamente, la nebbia. Nebbie chiuse a protezione di Avalon, isola di cui il cigno è guardiano. Si narra infatti che nelle acque che circondano l’Isola di Vetro  nuotino molti cigni e che la stessa barca usata da Morgana abbia proprio questa forma.

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