sabato 9 marzo 2013

L'APE


Dipinto, griffato, inciso, questo totem talismanico è amico del Sole e dei fiori dal cui polline estrae l' elisir della vita. Ne sa qualcosa Zeus, il padre degli dei e degli uomini, che dall' ape Panacride ebbe il miele che lo nutrì bambino. L'Ape, come simbolo regale di sopravvivenza e di resurrezione, è stata ricordato in leggende, in odi e nei testi sacri da tutti i popoli dell'antichità, perché le si accordavano dei doni divini, dei poteri sorprendenti e misteriosi. L’ape è simbolo i fertilità, di nutrimento, di laboriosità ed efficienza, ma rappresenta anche la difesa intrepida della proprietà, della casa e quindi della famiglia. Svelare il segreto dell'alveare è come cercare di svelare il  mistero femminile, penetrarne il significato, riuscire a sublimare principalmente nella sua "Regina", nell' immagine della penetrazione e fecondazione, l' importanza stessa della vita. I Celti le consideravano Messaggere degli Dei, portatrici della conoscenza dell’Altromondo, ciò faceva del miele un alimento sacro e pregiato, ingrediente fondamentale delle bevande rituali come l’idromele, e si riteneva fosse uno dei componenti della pozione che bolliva nel Calderone della Dea Madre, l’Awen.
Secondo la leggenda, "Api" erano chiamate le sacerdotesse di Demetra (dea delle messi) che nei riti Eleusini esprimevano con un brusio di richiamo la loro raffinata istintualità. Le Api, o Melisse, sono sacre anche alla Dea Brighid, che si dice avesse un meleto nel Mondo ultraterreno ove volavano le api per ottenere un nettare magico. La capacità dell’ape di trasformare il polline in miele si può accomunare al lento lavoro iniziatico. Al frutto del suo lavoro è attribuito un grande valore esoterico, per via del miele che serve alla preparazione dell’ambrosia, bevanda sacra presso i Celti, i Germani e i Greci, o della cera, per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri. È emblema dell’eterna rinascita e del rinnovarsi della natura a causa della sua sparizione nei mesi invernali e del ritorno in primavera. Nell’antico Egitto l’ape, paragonata all’anima, riportava in vita il defunto qualora entrasse dalla sua bocca. Per gli egizi la sua appartenenza divina era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra. La statua dell’ Artemide (Diana) di Efeso mostra la Dea circondata da diversi animali tra cui le api, per esprimere la ricchezza della natura, infatti anche le sacerdotesse caste di Artemide venivano chiamate Melisse, o Api. Anche le Amazzoni spesso si definivano tali. Il ronzio incessante delle api è spesso associato all'innalzamento dell'energia che conduce all'estasi del Nirvana e una persona che giace in una fossa piena d'api spesso rappresentava l'illuminazione. Le api sono sacre anche a Budda, spesso rappresentato ricoperto da questi insetti. 
Apprezzata come un elemento vitale, l'ape, il suo miele e la sua cera, ha trovato nella farmacopea antica come in quella moderna, il suo prezioso utilizzo. Infatti l'uso del miele è molto antico, conosciuto già nella preistoria, come lo dimostra il graffito delle Cuevas des Arona a nord-ovest di Valencia in Spagna. Risulta che fosse molto apprezzato dagli ittiti e dagli egizi; presso tale popolo vi era una vera e propria apicoltura come lo indicano i geroglifici databili 3.500 a.C ed il ritrovamento di un vaso di miele in una tomba egizia reale. Le api, dicono i loro studiosi, vivono in società matriarcali, pluriennali, formate da femmine, una sola feconda (la regina) e migliaia sterili (operaie), mentre i maschi (fuchi) compaiono durante un solo periodo dell' anno. La regina viene fecondata poco dopo lo sfarfallamento, durante il viaggio nuziale ed ha unicamente il ruolo di ovificare. Infatti essa viene nutrita e servita in tutte le sue necessità dalle operaie che secondo l' età si suddividono i compiti di nutrice, poi di operaia ed infine di attiva raccoglitrice di nettare e  polline. Le api rappresentano gli imenotteri sociali per eccellenza, in quanto occupano uno dei livelli evolutivi più elevati tra gli insetti, soprattutto per quanto riguarda la trasmissione d'informazioni. Ad  esempio, famosi sono i due tipi di danze circolari con cui le api segnalano alle compagne la direzione e la distanza del luogo in cui hanno individuato il cibo. Le api generalmente non sono aggressive, solo le femmine sono provviste di pungiglione e pungono solo se si sentono minacciate, a differenza di vespe e calabroni. La sua puntura però può risultare pericolosa nei soggetti allergici al veleno che secerne. L'ape punge una sola volta perché il suo pungiglione, che presenta delle piccole seghettature all'estremità, si stacca dal corpo quando l'ape tenta di ritrarlo. Così l'insetto, volato via, muore.

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