venerdì 26 aprile 2013

Arianrhod - Signora della Ruota d'Argento


Secondo il mito, era la figlia prediletta e più potente di Dana e Beli. Il suo nome significa “Ruota d’Argento” o “Madre molto prospera”.  Il suo consorte è Nwyvre ('cielo, spazio, Firmamento') ma è sopravvissuto solo di nome. Signora della Via Lattea, Dea delle stelle, della luna, della fertilità, della magia, della giustizia e della reincarnazione. Fortemente legata al mare, come la luna il suo viso è diafano e misteriosamente incantevole e la sua bellezza impareggiabile. Guardiana della ruota d’argento delle stelle, simbolo del karma, il suo compito consiste nel condurre le anime dei trapassati nel suo castello a spirale, Caer Arianrhod, o Caer Sidi, nella costellazione della Corona Boreale, o luci del nord. Ed è lì che i trapassati attendono che la ruota giri fornendo loro l’opportunità di rinascere. Arianrhod è la maestra di Caer Sidi, la Torre dell'iniziazione dell'Altromondo.  E 'stato detto che è a Caer Sidi che i poeti appresero la saggezza delle stelle. Quindi lei accompagna i morti oltre il velo, ma fa anche il percorso inverso, cioè conduce dalla morte alla vita e sin dalla nascita illumina la strada nell’oscurità, dunque rappresenta anche il coraggio di avventurarci dove non conosciamo la strada, il coraggio di andare oltre i nostri limiti. Arianrhod, quindi, è il collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti, che unisce tenebre e luce. Il buio è anche ciò che per noi è ignoto, l’inconscio, quanto nella nostra vita è nascosto ma presente. Lei è la torcia che fa luce in questo reame sconfinato che spesso neghiamo, o forse non riconosciamo, di avere. La sua funzione è di guida, illuminazione e libertà. Arianrhod presiede all’aurora, alle fasi lunari e a tutte le questioni femminili, alle nascite, ai matrimoni, alla fertilità e ai riti lunari ma può portare anche sterilità, carestia, fame, guerra e morte presentando il suo terrorizzante lato oscuro. Secondo i miti poteva trasformarsi in gufo, il suo animale preferito. Attraverso gli occhi del gufo, vede anche nelle tenebre del subconscio umano e dell'anima. Il gufo simboleggia la morte e rinnovamento, la saggezza, la luna, la magia, e le iniziazioni. Si dice che voli con forza per tutta la notte donando conforto e guarigione a coloro che la cercano. La sua festa cadeva il 2 dicembre, ma si invocava la sua benevolenza a ogni Luna Piena. Ella aveva tre aspetti: una fanciulla (la Luna Crescente), una madre (la Luna Piena) e una vecchia (la Luna Calante). Era la Luna nel cielo, la Madre di tutto il creato sulla Terra e anche la dea dell’Oltretomba; come Luna era legata alle fasi, come Terra alle stagioni, come dea dell’Oltretomba presiedeva alla nascita, alla morte e alla vita dopo la morte. Arianrhod è considerata una Dea Vergine e Madre, dunque iniziatrice per eccellenza. Secondo il mito narrato nel Mobinogion, partorisce due figli al re senza conoscere uomo, camminando sul bastone magico di Math. Il primo viene chiamato Dylan, bambino solare divino, Dio del mare, che in forma di pesce ritorna subito nell’oceano, nel grembo della Madre, il vuoto cosmico dove alberga il nostro sé divino. Il secondo Llew Ilew Gyffes “leone dalla mano ferma” viene cresciuto da Gwydion il mago poiché Arianrhod rifiuta di riconoscerlo. La Dea pone tre gaesa, tre prove o comandamenti magici, sul bambino: non potrà avere un nome, delle armi e una sposa di questo mondo. Llew (assimilabile al Dio del sole Lugh) dovrà così usare il suo coraggio, la sua forza e la magia di Gwydion per conquistare dalla madre un nome, quindi essere riconosciuto come figlio, venire propriamente all’esistenza come uomo, una prima iniziazione; ricevere le armi, dunque una seconda iniziazione, quella della vita adulta di guerriero; ed infine una sposa che Math e Gwydion creeranno per lui dai fiori, la Bianca Blodeuwedd, altra Vergine che darà la terza ed ultima iniziazione a Llew: quella della morte e della rinascita spirituale. Arianrhod è dunque Signora del Destino Personale, colei che ci mette alla prova per testare la nostra integrità e farci scoprire quella forza interiore, quella consapevolezza a cui solo nei momenti di dolore e difficoltà riusciamo ad accedere. E’ una madre giusta che ci spinge a realizzare il nostro pieno potenziale, a vivere pienamente ed essere ciò che siamo nate per divenire. Ci insegna che il tempo è circolare, per cui ogni fine non è altro che un nuovo inizio. Il suo mito lega profondamente Arianrhod ad Avalon e alle mitiche isole dei morti dell’occidente celtico, in cui la Dea e le sue figlie accolgono i re morenti. Arianrhod si nasconde, ma quando compare è per porre un ostacolo, per permettere la crescita, nel buio, nel calderone. I suoi simboli sono la ruota d’argento, la spirale, la cornucopia, le stelle, il grano, la spada, il telaio e la civetta.

1 commento:

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