venerdì 26 aprile 2013

La Bianca Arianrhod


Questa storia bellissima, che merita di essere letta, è tratta dal Forum di Millestorie http://www.millestorie.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=25516

Arianrhod girò il Triskele tra le dita bianche come la neve. Dalla prima spirale uscì il Cinghiale d'Oro rappresentante la terra ed il mondo materiale. Dalla seconda spirale spuntò il Salmone di Cristallo personificazione dell'acqua degli oceani, dei laghi e dei fiumi. Dalla terza spirale prese il volo il Drago del Cielo con le sue ali d'aria che si tinsero nei colori dell'arcobaleno e del turchese, sulle punte.
Il Cinghiale le chiese il soffio della vita cominciando a girare la ruota d'argento. Il Salmone volle l'elisir della fertilità. Il Drago desiderò il respiro dell'etere potendo giungere all'alba e nel cuore della notte.
Appoggiò l'indice sulla prima spirale, Ceugant, il mondo degli Dei.
Il profumo dell'ambrosia le invase le narici mentre la Signora dell'amore faceva germogliare intorno a sé i desideri più dolci e profondi, il Signore dei cieli chiese alle stelle quale fosse il piacere più grande che avessero nell'anima.
Gli fu risposto, la vita e la felicità.
Appoggiò il dito sulla terza spirale, Gwynwydd, il mondo spirituale.
Una grande forza benefica invase le stanze di Caer, il castello delle anime che aspettavano la loro prossima incarnazione.
Miliardi di preghiere si muovevano nell'aria come minuscole ali di farfalla
sussurrando litanie con voci di fate. Le guardò snodarsi come un serpente infinito mentre avvolgevano l'universo per dargli coraggio e respiro.
Mise il dito sulla terza spirale, Abred, il mondo umano, la dimora degli uomini.
''Il mondo dell'illusione,'' pensò.
'' Ogni individuo ha una sua visione personale dell'universo, falsata dalle apparenze, dai sentimenti dell'amore e dell'odio. L'invidia e la gelosia, le guerre, la supremazia sono le forme più comuni del male che manipola la materia e la lega al suo volere.
La ricchezza e la povertà, i pregiudizi e l'immoralità, il conformismo e l'animalità sono i veleni che oscurano la luce divina concessa ad ogni essere umano.''
Passato, presente e futuro si snodavano dal centro del Triskele, uniti in un Continuo Infinito Presente che fluiva incessantemente e dove tutto coesiste. Lasciò l'oggetto facendolo cadere nell'acqua ai suoi piedi.
Dalle spirali fuoriuscirono flussi di potente energia che si diramarono in ogni direzione.

''Il nutrimento
l'essere
il principio
la fine
il silenzio
l'impermanenza
la non dualità
la compenetrazione
l'anima
i cinque sensi
più il sesto.''

Disse a bassa voce.
La prima stella della sera si affacciò nel cielo. Il suo scintillio fece da richiamo a tutte le altre che apparvero una dopo l'altra.
Ormai era giunto il tempo di uscire dalla porta della sera e tra pochi minuti avrebbe fatto il suo ingresso illuminando terra e oceani con la luce del plenilunio.
Due conigli saltavano l'uno di fronte all'altro sulla superficie luminosa del castello.
Il primo vedeva arrivare le anime del mondo, il secondo le vedeva uscire dal ponte principale della bianca dimora.
Arianrhod accarezzò il primo coniglio dicendogli:
'' Trattali bene mio dolce amico, hanno sofferto tanto nella prova umana perchè la carne è soggetta al dolore e la morte li ha spaventati come un incubo che fa paura.''
Poi si rivolse al secondo:
'' E tu mio buon consigliere, dà loro il consiglio migliore affinchè rimanga custodito nella loro anima e li guidi nelle scelte che faranno nella vita. Se non ti ascolteranno, abbi pazienza, una chance sarà stata loro concessa invano.''
La luna piena uscì da dietro le alte montagne scure. Illuminò i mari ed i continenti col suo velo d'argento. Tutti gli animali, le piante e gli spiriti che vagavano ancora sulla terra, si fermarono a guardarla, chiedendole un po' di conforto per le dure prove della vita.
Arianrhod prese la sua lira di cristallo e pizzicando le corde sottilissime dello strumento magico, diede loro granelli di pace facendoli cadere nell'anima di coloro che riuscivano ad ascoltarla. Un dolcissimo incanto legava il cuore di ogni essere che guardandola, riceveva una goccia di balsamo divino per le ferite del cuore.
Gli alberi respirarono a pieni polmoni quell'armonia celeste. Ogni radice, ogni foglia, ogni fiore si inebriarono del magnetismo invisibile che nutrì ogni loro fibra.
Un elfo uscì dal portale del tempo salendo su una roccia alta per guardare meglio la Signora del Castello di Caer, la Bianca Arianrhod che illuminando le notti, culla il cuore di uomini, Dei e Semidei. La Madre che regola i liquidi biologici della natura e dei mari regalando alla terra la fertilità della vita.
L'elfo allargò le braccia al cielo e cantando con voce melodiosa, recitò la preghiera di Arianrhod per donare miele divino ai due conigli della Bianca Dama della notte.

''Tre volte
tre giri 
tre cerchi.
Tre fasi
tre stadi
tre anelli.
Nove cicli
nove porte
nove direzioni
acqua e fuoco
terra e aria
anima e vento.
La culla della nascita
la custode della morte
ventotto semi da dividere
uno dopo l'altro.
Il velo del mistero
lo scrigno del silenzio
Crescente, Piena e Calante
come le fasi dell'esistenza.
La sfera rotola nella notte
la ruota d'argento gira senza fine.
Ogni razza trattiene il suo nutrimento
e quando il suo tempo è finito
lascia il bozzolo 
per tornare nel suo ventre.
Tre nodi
tre lodi 
tre battiti di mano.
La Quercia e la Betulla
prendono linfa dalle stelle.
Finchè ci saranno gli alberi
ci sarà anche il genere umano
figli, padri, madri, amici e nemici
del segreto della vita.
Dietro la porta del castello
c'è la fonte degli elfi
idromele ed ambrosia 
sono il sangue che scorre loro dentro.
Tre chicchi
tre spicchi
tre petali di trifoglio
ogni giorno 
sia un tuo sospiro
ogni notte
una magia in più
dall'universo ad ogni cuore sveglio.''

Quand'ebbe finito, il piccolo elfo si sedette sulla radice di un frassino e prendendo da una tasca il suo piffero magico, si mise a suonare dolcemente. Tutti gli animali del bosco gli si fecero intorno e lasciandosi cullare da quelle note di miele guardavano la luna piena e lasciavano volare intorno ad essa i loro sogni.
Arianrhod allungò una mano verso di lui e sfiorando il suo berretto verde, lasciò cadere sul suo capo un pizzico di polvere di luna. L'elfo diventò un magnifico unicorno alato che galoppando sull'acqua del fiume prese il volo andandosene in giro tra le stelle. Ogni cometa, ogni asteroide e pianeta lo vide correre e volare con le ali della felicità attaccate dietro le possenti spalle e di lui serbarono un bellissimo ricordo quando la notte finì e l'elfo ritornò nel suo regno fatato.

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