venerdì 31 maggio 2013

Melissa: Signora di Api e di Miele

"The Bee Goddess" by Emily Balivet

Cercando informazioni sulle Sacerdotesse Melisse mi sono imbattuta in questo articolo che riporto per intero perché fatto davvero bene, l'autrice è Violet e questo è il link dell'articolo: http://www.tempiodellaninfa.net/public/print.php?sid=173&MDPROSID=.

Nel verde rigoglio dei prati imbevuti di luce, dove il sole sparge il suo oro tra i fili d’erba e i fiori selvatici ondeggiano soavi nella brezza estiva, dove ogni corolla umida di rugiada si dischiude a rivelare i suoi più intimi segreti, e lascia intravedere, fra i petali che si discostano timidamente, il suo cuore lucido di prelibato nettare; dove le tenere erbe aromatiche esalano i loro tiepidi aliti muschiati, i grilli vibrano ritmi gioiosi sugli alti steli, e nello stormire di ogni foglia è racchiuso tutto il mistero dell’armonia naturale;
qui, fra i più bei doni della florida natura, vive la piccola Melissa, graziosa signora di tutte le api e del dolce miele prezioso.

Il dorato ronzare ne rivela la presenza. Regina nutrice attorniata da una miriade di piccole ancelle che della dolcezza della natura ben conoscono ogni più piccolo segreto. Figlia dei raggi di sole che ama danzare nella luce, velandosi talvolta di rosei petali o penetrando avidamente il calice purpureo colmo di delizie delle infiorescenze più ricche e succose.
Sposa e fervida amante di tutti i fiori che crescono sulla terra, nei vasti campi aperti come nell’intimità dei segreti giardini, nei sottoboschi silenziosi, protetti dal fresco delle arboree penombre, e nelle tranquille radure soleggiate, circondate da folte querce e noccioli, robinie odorose, tigli e robusti castagni. Sposa anche di quei fiori che la terra la guardano dall’alto, ricadendo dagli alberi in lussureggianti grappoli trasudanti umori zuccherini…
La sua vita di ape, sia essa regina o solerte operaia, trascorre nella ricchezza degli ori naturali, spostandosi dai capolini fioriti agli ombrosi e indaffarati alveari, dove nettari e pollini vengono sapientemente trasformati in miscele dai poteri miracolosi.
Ma spesso ella ama abbandonare il suo piccolo corpo alato e assumere le forme di una bellissima fanciulla, per camminare a piedi nudi sui morbidi tappeti erbosi e cogliere quei fiori che tanto le sono cari, in quanto unica fonte del suo nutrimento, per odorarne l’intenso profumo e forse per ornarsi i bei capelli biondi, rilucenti come ambra liquida sotto il sole del meriggio.
Ape divina e Donna-Dea, che per sua innata predisposizione offre il delizioso fluido che nutre e guarisce, come materna e generosa nutrice, sempre provvida di dolcezze, quanto d’amore…

La storia di Melissa
La Dea, la principessa cretese, la Sacerdotessa

Il nome di Melissa deriva dal greco meli, “miele” e significa letteralmente “colei che è datrice di miele”, “colei che offre il miele”. Melissa, in origine, era dunque considerata un’ape mellifera, ed al contempo la regina di tutte le api.
Le sue leggende nascono nell’antico mondo mediterraneo, nella calda e selvaggia terra di Creta, dove ella era una delle luminose espressioni della “primitiva Potnia dei fiori (…) dal filo d’erba agli alberi delle millenarie foreste” (1). La si poteva descrivere come “Dea celata nelle forme di un’ape, di cui, di quando in quando, si libera o in cui nuovamente si nasconde” (2), ovvero come sacra e libera energia naturale che abitava sì nelle graziose api e nel loro regno fiorito, ma poteva assumere anche sembianze diverse in un’infinita e gioiosa libertà d’espressione; ed incarnava tutte le caratteristiche dell’ape regina e delle sue figlie, delle quali era l’archetipo divino (3).
Il suo era un regno di intima armonia femminile, di coralità perfetta fra sorelle nate dalla stessa prodigiosa madre; un regno basato sull’amorevole servizio ad una grande sovrana, unica femmina fertile del favo che dal bel ventre rigonfio genera tutte le sue devote figlie ed ancelle, come pure i figli paredri, che nella loro breve esistenza stanno accanto a lei e ne fecondano le uova.
E tuttavia ella può generare anche da sola, indipendentemente dall’intervento del maschio, per questo richiama l’autonomia e l’indipendenza generativa della Grande Madre, androgina e completa in se stessa.
Melissa era dunque la dolce signora dell’alveo brunito, la materna Regina sempre gravida d’amore e la dolce e operosa Figlia; la languida femmina perennemente fertile e la fiera guerriera, che sacrifica la sua vita pur di proteggere il delicato equilibrio del suo piccolo mondo perfetto.
Rappresentava la Dea della Natura selvaggia, ed anche della Trasformazione dopo la morte e della periodica Rigenerazione, e le sue ali d’oro indicavano la Rinascita ai regni sottili.
Al calare del sole, la selvatica Melissa solare lasciava il passo alla dolcissima Melissa lunare, la regolatrice dei cicli femminili, protettrice delle donne fertili e delle partorienti, e madrina dei bimbi, ai quali offriva il suo dolcissimo miele per addolcirne il latte.

Dea Vergine e libera, in origine, Melissa si vide mutare dal corso degli eventi, subendo il rovesciamento degli antichi valori; così divenne col tempo una donna mortale che conservava solo il pallido riflesso dei suoi lontani attributi divini.
Nelle leggende greche, ella ci viene descritta come una bellissima principessa cretese – o certe volte come una materna Ninfa del Miele – che aveva nutrito il piccolo Zeus nel tempo in cui il grande dio patriarcale non era ancora l’onnipotente padre degli Dei, ma il grazioso figlio della Dea.
In un’impervia e celata grotta del monte Dicte, Melissa si era presa cura del bimbo, raddolcendo con il suo miele il latte caprino fornito dalla candida sorella Amaltea, mentre Coribanti e Cureti danzavano ebbri e gioiosi insieme alle Ninfe per nascondere, con i loro canti e le loro musiche scatenate, i vagiti del neonato. E quando Zeus crebbe, per ringraziare la principessa delle sue dolci cure, decise di liberarla del suo semplice corpo di donna mortale e la trasformò in ape.
In questo mito, Melissa è ancora la sacra Nutrice che offre il dorato miele, anche se di divino, in apparenza, non conserva quasi più nulla. La sua libertà originaria è stata dimenticata ed ella deve passare attraverso la concessione del dio maschio per ottenere ciò che da tempo immemore, e da molto prima della nascita del dio stesso, era già naturalmente suo.
Inoltre, in quanto principessa, ella non è più la splendida femmina autonoma in se stessa, ma solo la figlia di un re, Melisseus, come a giustificare in tal modo la sua esistenza ed il suo elevato compito, poiché era ormai di dovere porre le figure femminili d’indigene caratteristiche libere e selvagge sotto la protezione di un maschio che ne mitigasse la forza e la fiera bellezza.
È tuttavia evidente che la Melissa originaria era molto differente da quella ritratta nel mito greco, e che lei, nata da se stessa, ovvero dalla terra umida, dalla argentea luna, dai raggi di sole e dai fiori succosi, non conosceva né aveva mai conosciuto un padre, ma solo molti figli e paredri.
A tal proposito, così scrisse Momolina Marconi nel suo studio sulla Dea cretese:
Non è detto che all’origine di questa complessa leggenda mitica stia Melisseus, che questi sia veramente il padre, venga cioè prima di Melissa;
può quest’ultima esserne stata la madre ed egli, oltre che figlio e paredro, come re-sacerdote, anche il suo primo cultore
.” (4)

Secondo un’altra leggenda tramandata da Servio, Melissa era una Sacerdotessa dedicata a Demetra, depositaria delle segrete conoscenze e dei sacri riti misterici della Dea, sui quali aveva giurato di mantenere l’assoluto silenzio. Infastidita da un gruppo di curiose, che la istigavano a rivelare i suoi saperi, ella negò senza mai cedere, fino a quando le donne, deluse ed infuriate, la uccisero facendola a pezzi. La Dea vide ciò che era accaduto e trasformò il corpo straziato della sua amata figlia in uno sciame lucente di api, che si levò leggero e volò verso l’infinito per ricongiungersi a Lei.
Da quanto traspare in questo racconto, Melissa si rivela essere la custode dei segreti dai profani, e come le api delle quali incarna lo spirito, è disposta a sacrificare se stessa per difendere ciò che è sacro (5). Ella è la mantenitrice del Silenzio, che è la chiave perchè le antiche saggezze non vengano spente e continuino ad ardere, sempre vive, in ogni luogo e in ogni tempo. 

L’Ape divina…

Nascosta nei suoi alvei ombrosi, talvolta simili a grandi lumi che infondono un fievole chiarore ambrato agli incavi delle rocce, alle intime grotte emananti umidi sospiri, alle nicchie naturali scavate nella corteccia di vecchi tronchi, la piccola ape è da sempre investita del più profondo e ineffabile mistero, poiché richiama l’oro celato nel centro interiore, lo spirito che risplende di luce, i regni del nume che mai si spegne. Essa rappresenta simbolicamente l’anima che tramite un arduo percorso ha contemplato il divino e ha conosciuto la sua antica ed eterna armonia; l’anima iniziata, sacra e purissima, che ha ritrovato l’oro della sua condizione originaria, si è resa d’oro e di tale oro si è fatta portatrice nel mondo, come fiaccola fiammeggiante che illumina l’oscurità e ne disperde le ombre. Il volo dell’ape, infatti, riflette la liberazione dell’oro nell’oro, l’involarsi dello spirito verso le terre oltremondane, il suo trascendere la materia e sciogliersi come brillante pulviscolo nella sublime luminescenza divina, diventandone parte integrante e realizzando in tal modo il ricongiungimento vero ed intimo con la Grande Madre. Per questo l’ape richiama anche la perfezione e la saggezza, l’eterna giovinezza e l’immortalità animiche, ovvero ciò che proprio dal conseguimento di questo processo interiore potrebbe pervenire.
La sua vicinanza al reame sottile la rendeva agli occhi degli antichi una messaggera, che “viaggiava sui sentieri della luce” (5) recando con sé i messaggi che gli uomini inviavano agli Dèi. E se l’ape riconduce all’anima luminosa, allora si potrebbe pensare che sia l’anima luminosa stessa ad essere veramente in grado di comunicare con il divino, e di sentirne, tramite intuizioni, ispirazione e contemplazione consapevole della natura e dei suoi piccoli e significativi eventi, la splendida e amorevole Voce, così come gli armoniosi e giusti consigli.
Ma l’ape non richiamava solamente l’etereo spirito, dal momento che era legata anche alla fresca terra bruna e alla sacra fiamma. Secondo le leggende nordiche essa affiorava sulla terra da un sotterraneo mondo incantato, dove viveva insieme alle fate. Si riteneva che possedesse le ctonie virtù profetiche, per questo se ne osservava il volo per divinare e determinare il futuro, e che fosse portatrice del fuoco divino. Dalla sua preziosa cera si modellavano le candele, strumenti di luce nel buio, ovvero ciò che permette di vedere anche nella più fitta oscurità, e di riconoscere sempre la verità al di là dell’illusione.
Riflesso dello spirito liberato dal corpo, essa simboleggiava l’eterna ciclica rigenerazione naturale, la rinascita che seguiva alla morte, poiché si credeva che nascesse e volasse via in sciami luminosi dal cadavere di un toro. Ma il toro non era che l’immagine terrestre della luna d’avorio, colei che “presiede all’entrata delle anime nella generazione” (6), pertanto si poteva dedurre che, come le api emergevano dal bucranio dalle corna a falce lunare, allo stesso modo le lucenti anime-api discendevano dalla madre del cielo notturno, ed andavano ad abitare nelle limpide fanciulle destinate ad essere riflessi divini sulla Terra.
Sotto queste spoglie, la Luna era chiamata proprio Melissa, l’ape notturna che vegliava sulle segrete unioni d’amore dolci come il miele, e soprattutto su quelle che confluivano nel concepimento di nuova vita (7).

…e le sue Figlie

Le belle fanciulle benedette da un Destino fortunato, nelle quali brillava un’anima-ape, illuminata e consapevole, o un’anima gentile predisposta a diventarlo, erano le lucenti figlie dell’Ape divina, anticamente chiamate proprio “melissai” – api – per l’intimo oro di cui erano portatrici.
Queste splendide donne erano le sacerdotesse consacrate alla misteriosa Dea terrestre in tutte le sue manifestazioni, e dedicavano la loro vita a conoscere e preservare i misteri ed i magici riti femminili, sui quali dovevano sempre mantenere il segreto.
Si narra che alcune delle loro mansioni fossero l’offerta di api e di miele ai templi delle Dee Madri, e recarvi acqua fresca attinta solo da sorgenti purissime. (8)
Il loro rapporto con il divino rifletteva in tutto e per tutto quello delle loro sorelle ronzanti, poiché come le api sono figlie ed amorevoli ancelle della loro Regina, così le sacerdotesse lo erano della Dea; e nel mondo arcaico le une e le altre non erano che la stessa cosa.
Così, si potrebbe pensare che queste eterne fanciulle, oltre che conoscitrici delle dimensioni fatate, dove forse amavano intrattenersi nei loro voli estatici, fossero anche erbarie e guaritrici, per la profonda conoscenza della magia e delle virtù medicinali di fiori, erbe, cortecce e radici; ed inoltre portatrici di fertilità alla terra, agli animali ed alle donne, vergini in senso antico, libere ed indipendenti dal maschio, e sostenitrici, nonché preservatrici, di una giusta società matriarcale. Forse esse lavoravano insieme, come le api, per uno scopo sempre comune e mai personale, e potevano rivelarsi terribili guerriere, acerrime nemiche in perenne guerra contro ciò che mira a ledere la sacralità della Natura. (9)
Melissa era la loro madre spirituale e loro erano le sue sacre api, che per quanto avessero viaggiato per le vie del mondo, per quanto si fossero allontanate dal loro antico alveo, di vita in vita avevano sempre ritrovato la strada per ricongiungersi a Lei e al suo grembo. Poiché, allora come adesso, ogni donna che trova la strada per tornare al sacro alveare di sorellanza ed armonia femminili, è un’ape della Dea, e vive benedetta dal suo amore, profondamente ricolma della sua calda luce. (10)

Il Miele prezioso

Dolce prodotto dell’infaticabile lavoro delle api, simile a fluida ambra colata dai raggi solari, il miele è l’aurea essenza della natura fiorita, il primitivo nutrimento divino.
La sua dolcezza inebriante ricorda la bellezza languida, la voluttà erotica vissuta in modo sacro che rende ebbri d’amore puro ed impersonale, e che può portare all’illuminazione. Del resto, il miele ha sempre richiamato l’ebbrezza gioiosa, libera, ovvero quel tipo di ebbrezza che proviene dall’alto e porta verso l’alto, verso l’incantamento e l’estasi animica; ben diversa dalla tipica ubriacatura moderna che trascina verso il basso e rende facili prede di tristezza, disperazione, angoscia ed altri spiacevoli stati emotivi. (11)
Forse proprio perché conduceva, in tal modo, a stati liminali simili alla morte fisica, il miele era considerato un simbolo di morte e rinnovamento, e veniva usato nei misteriosi riti di rinascita e immortalità. Esso rappresentava il raggiungimento della saggezza e dell’ispirazione – come eterea fiamma ardente – provenienti dai mondi sottili.
Come il sole del quale rifletteva la luce, il miele racchiudeva anche i poteri purificatori del fuoco, tanto da essere balsamo di purificazione potente più dell’acqua.
Nutrirsi del suo oro significava nutrire la propria anima, aiutandola a rendersi sempre più pulita, più lucente, più forte e consapevole.
Negli antichi miti era ricorrente la figura di una Dea che per resuscitare i morti si serviva del miele; offerte di miele venivano lasciate nei templi e nei boschi alle Dee della Morte e del Fato, legate ai poteri terrestri e lunari del ciclo rigenerativo, e si dedicavano ai defunti, per onorarne la memoria.
Il dolce nettare veniva inoltre donato alle sacerdotesse oracolari prima di consultarne i saggi responsi, poiché si riteneva infondesse la conoscenza della verità e facesse pronunciare solo cose vere (12). Attingere alla sua sacra essenza svelava gli arcani e rendeva limpido lo sguardo sull’Altrove. Con la sua luce negli occhi non si poteva far altro che vedere il vero, nascosto dove a mente e parola non è dato avvicinarsi.

La Regina delle Api. La fiaba

La prossimità del miele e delle api alla purezza traspare anche da una fiaba, raccolta e trascritta dai fratelli Grimm ed intitolata La regina delle api.
In questo racconto, tre principi, vagando per le vie del mondo, giunsero un giorno in un castello incantato, sul quale da molto tempo gravava una maledizione. Nelle stalle non vi erano che cavalli di pietra ed il castello era tutto deserto, fatta eccezione per un grigio nano. Chiunque tentasse di sciogliere l’incantesimo per riportare la vita in quel magico luogo, e fallisse nell’impresa, veniva tramutato in una statua e mai avrebbe potuto incontrare la bellissima principessa.
Su una antica lapide erano state scritte le tre difficili imprese che avrebbero liberato il castello, e di queste, la terza richiedeva di distinguere, fra tre principesse dormienti, uguali fra loro come gocce d’acqua, quale fosse la più giovane e soave.
I primi due nobili fratelli, che credevano di saperla lunga e non avevano buon cuore, fallirono immediatamente, ma il terzo, il più giovane e leale, riuscì a superare tutte le difficoltà delle prime due imprese grazie all’aiuto di alcuni animaletti suoi alleati, che svolsero in gran parte il lavoro per lui. Così giunse al cospetto di tre bellissimi letti, in ognuno dei quali dormiva beatamente una fanciulla. L’unica cosa che distingueva le tre giovani era ciò che esse avevano mangiato prima di cadere addormentate. La maggiore aveva assaggiato un pezzetto di zucchero, la seconda qualche goccia di sciroppo e la più piccola un cucchiaino di miele.
Il principe non sapeva quale scegliere, ma di lì a poco giunse dalla finestra la regina delle api con tutte le sue ancelle, che un tempo egli aveva salvato dal fuoco che i suoi fratelli volevano appiccare al suo alveare. Ed ella si posò sulle labbra delle tre fanciulle per assaggiarne la dolcezza, riconoscendo colei che si era nutrita di miele. Il giovane principe la scelse ed in tal modo spezzò la malia: la pietra tornò morbida carne, il sonno abbandonò i dormienti e la vita tornò a risplendere su tutto il castello.
La bellissima principessa e il suo cavaliere si sposarono e per sempre vissero nella felicità.

In questa dolce fiaba il miele è il purissimo alimento che distingue, fra le tre principesse, la più limpida, la più luminosa e amabile. Lo zucchero e lo sciroppo non sono nobili quanto il miele, ed in egual modo le due sorelle più grandi non lo sono quanto la più giovane. Per quanto le tre principesse si somiglino esteriormente, è infatti la bellezza interiore, la trasparenza, la sublimità spirituale della terza – simboleggiata dal miele stesso – che le rende diverse. E solo scegliendo colei che è luce, la vita può tornare ad illuminare lo sguardo e ogni illusione viene spezzata.
La regina delle api aiuta il giovane a scegliere la purezza. Lei che è entità divina, non può che riconoscere a sua volta ciò che nasconde un’anima divina; e lo fa grazie al miele, che riposa solo su labbra soavi.
L’ape fiabesca è dunque colei che distingue ciò che risplende da ciò che è opaco, ciò che è elevato da ciò che è basso e volgare, e guida il cercatore sulla buona strada, indicandogli le vie che brillano d’oro e spingendolo a sceglierle. Così che un giorno egli possa trovare la sua luce segreta e conoscere veramente ciò di cui oro e miele non sono che pallide eco sparse sul mondo.


Note

1. Citazione da Eterno Femminino Mediterraneo, Uberto Pestalozza, Neri Pozza Editore, Venezia, 1954, pagg. 46-47

2. Citazione da Melissa Dea cretese, Momolina Marconi, in Athaenum, Pavia 1940, pag. 170

3. In quanto divinità arcaica in un mondo tradizionale arcaico, Melissa non poteva essere concepita come vincolata ad alcuna forma o personificazione esterna sempre uguale a se stessa, ma come purissima, luminosa e libera essenza, come forza naturale o energia sacra, che pervadeva la Natura e che a volte poteva anche manifestarsi negli uomini, o meglio, nelle Donne che di tale immensa fortuna si erano rese degne (Cfr. Il Guerriero nell’India Arcaica, Filippo Cavallai, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2009, pag. 52-53).

4. Citazione da Melissa Dea cretese, Momolina Marconi, in Athaenum, Pavia 1940, pag. 166

5. Citazione da Feste Pagane, Roberto Fattore, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena (FC), 2004, pag. 66

6. Citazione da L’antro delle ninfe, Porfirio, a cura di Laura Simonini, Adelphi, Milano, 2006, pag. 175

7. Il termine “Luna di Miele”, che indica la prima notte di nozze, potrebbe avere origine proprio da queste antiche simbologie, ovvero dal legame che unisce l’amore, la luna, le api, il miele e la discesa delle anime nel ciclo generativo.

8. Melissai erano chiamate le arcaiche sacerdotesse della Dea Ape pre-ellenica greca e cretese, ed in particolare di Demetra, Artemide (Efeso), Aphrodite (Erice), Melissa Delphis (Delphi) – nel cui tempio si adoravano le api – Persephone, Reha, Selene – chiamata talvolta Melissa /Selene – e Kore melitode, protettrice dei frutti – melitodes significa “mielata”, ovvero “Dea di miele”.

9. Dinnanzi al sacrificio della vita stessa, per uno scopo di tale nobiltà, gli antichi non provavano alcun tentennamento, poiché se da una parte essi forse già conoscevano l’assoluta libertà di ciò che si celava oltre la percezione del corpo, dall’altra ritenevano che fosse un immenso onore abbracciare la morte per preservare l’armonia della propria tribù. Sapevano che la loro semplice vita umana non era che una goccia nell’oceano, e che essi facevano parte di una realtà molto più vasta che prescindeva nettamente la propria breve incarnazione.

10. Pare che l’alveare dell’ape regina fosse simbolicamente legato all’utero, ovvero richiamasse il centro d’armonia femminile per eccellenza.

11. In origine la parola greca che aveva come significato “inebriarsi”, ovvero methùo o methusko, era anche legata al miele (Cfr. Dioniso e le Donne, Leda Bearne, Edizioni della Terra di mezzo, Milano, 2008, pag. 92).
Tra i celti, con il miele si preparava l’idromele, la bevanda sacra che si diceva rendesse ebbri di gioia, avvicinasse a stati di beatitudine profonda, e conferisse il dono della profezia e del canto ispirato.

12. Fra le divinità più antiche e misteriose alle quali veniva donato del miele vi erano le tre Thirai, Dee legate al culto dell’Ape divina simili alle triplici Dee del Destino, che si diceva sapessero volare e conoscessero le arcane Verità irraggiungibili per i semplici uomini. Per ottenere responsi veritieri occorreva fare loro delle offerte di miele (Cfr. Dioniso e le Donne, Leda Bearne, Edizioni della Terra di mezzo, Milano, 2008, pagg. 91-92).


Argomento correlato: La Danza e le Erbe: le Api e i tipi di Miele [1] della Zia Artemisia.


Fonti

Melissa Dea cretese, Momolina Marconi, in Athaenum, Pavia, 1940
Eterno Femminino Mediterraneo, Uberto Pestalozza, Neri Pozza Editore, Venezia, 1954
Nuovi saggi di religione mediterranea, Uberto Pestalozza, Sansoni Editore, Firenze, 1964
Dioniso e le Donne, Leda Bearne, Edizioni della Terra di mezzo, Milano, 2008
L’antro delle ninfe, Porfirio, a cura di Laura Simonini, Adelphi, Milano, 2006
Le Fiabe del Focolare, Jacob e Wilhelm Grimm, Mondolibri, Milano, 2005
Il Linguaggio della Dea, Marija Gimbutas. Longanesi, Milano, 1989
The Goddesses and Gods of Old Europe: Myths and Cult Images, Berkeley, Los Angeles, University of California Press, 1996
Il Guerriero nell’India Arcaica, Filippo Cavallari, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2009
Da Circe a Morgana, Momolina Marconi, a cura di Anna De Nardis, Venexia, Roma, 2009
Il vischio e la quercia, Riccardo Taraglio, L’Età dell’Acquario, Torino, 2001
The Women Encyclopedia of Myths and Secrets, Barbara Walker
Figure di Donna nei miti e nelle leggende, Patricia Monaghan. Edizioni Red, Milano, 2004
Feste Pagane, Roberto Fattore, Macro Edizioni, Diegaro di Cesena (FC), 2004
Femminile del divino nell’opera di Momolina Marconi, a cura di Anna De Nardis: http://www.universitadelledonne.it/denardis.htm [2]
Mondo api: http://www.mondoapi.it/ [3]
Immagine 1: http://www.edupic.net/bees.htm [4]
Immagine 2: The Oracle MMVII, Howard David Johnson


Per approfondire la vita delle meravigliose api
http://www.mondoapi.it/vita/ [5]
http://www.blasi.it/vita_sociale.html [6]

ARTICOLO TRATTO DA "IL TEMPIO DELLA NINFA"
TESTO SCRITTO DA VIOLET

mercoledì 22 maggio 2013

Moon Mother


Eccomi qui, ho trovato un po' di tempo per raccontarvi l'esperienza dello scorso fine settimana...Non so, quante di voi conoscano il libro "Luna Rossa" di Miranda Gray, oppure abbiano partecipato alla Benedizione mondiale del grembo che offre gratuitamente dal 2012, fatto sta che io ho partecipato al suo workshop formativo il 18 e il 19 Maggio, organizzato dall'associazione Argiope...quindi ufficialmente sono una Madre della Luna :D 

In un mondo sempre più frenetico e stressante, molte donne hanno perso contatto con la dimensione sacra della loro femminilità. Eppure, quando siamo connesse alla nostra essenza femminile, ci sentiamo sicure di noi stesse, tenere/ affettuose, forti, sensuali, spirituali, creative e belle. Ci sentiamo libere dai sensi di colpa e dalla sensazione di non essere “abbastanza”, libere dai condizionamenti e dalle restrizioni di un mondo maschile. Nel febbraio del 2012 Miranda ha risposto questo sincero e profondamente sentito desiderio di connessione creando la Benedizione Mondiale del Grembo e, già a maggio dello stesso anno, oltre 18.500 donne in 80 paesi diversi avevano partecipato a questo evento...
Per diffondere la Benedizione Mondiale del Grembo, Miranda sta insegnando alle “Madri della Luna” come eseguire una versione personale della Benedizione del Grembo che preveda il contatto diretto con chi la riceve.
Le “Madri della Luna” sono guaritrici che possono unire la Benedizione e la Guarigione del Grembo ad altre terapie. Sono sacerdotesse e officianti che assistono ragazze e donne nei loro riti di passaggio, accompagnandole nelle loro vite e nei loro cammini spirituali.
La Benedizione del Grembo è profondamente trasformativa e può essere ricevuta da tutte le donne."

Non credo ci siano parole adatte per descrivere quello che abbiamo sperimentato e provato durante questo fine settimana, ma è stata di sicuro l'esperienza più bella della mia vita, alla fine eravamo come delle batterie cariche di luce e gratitudine...condividere con altre donne il potere della Dea è stupendo, ti fa sentire pienamente viva, connessa e forte...Sono sicura che questo è solo l'inizio di qualcosa di molto più grande, abbiamo fatto solo il primo passo lungo il cammino e ci aspetteranno sicuramente sfide e responsabilità, ma anche gioia, amore, consapevolezza e pienezza. Sperimentare l'energia della Madre è stato come essere avvolta in una morbida coperta, cullata dalla melodia della sua voce e il poter donare ad altre donne questa energia per aiutarle e sostenerle nella guarigione, nel dolore, nei cambiamenti e nel ripristino di sé stesse riportando alla mente la consapevolezza di ciò che sono e la loro connessione con il divino femminile, aiutandole a riconoscere la loro sacralità è qualcosa di impagabile, ti riempie l'anima...benedizioni date e benedizioni ricevute! Ora sto ancora elaborando e integrando le informazioni e i nuovi schemi energetici acquisiti e sono curiosa di osservare gli effetti che avrà su di me, già sto sperimentando la sensazione di sentirmi diversa, più forte e serena e anche più sicura...la cosa più bella e inaspettata è stato il riuscire a parlare e a spiegare questa cosa a mamma, quando sono rientrata, senza alcun problema, parlando liberamente anche della Dea e della sua energia ed è stato liberatorio e meraviglioso vedere la sua reazione, la sua completa apertura, la sua assenza di giudizio, la sua accettazione e curiosità....Mi ha lasciata spiazzata, ancor di più quando, dopo pranzo, mi ha chiesto di farle una guarigione del grembo, affidandosi completamente e alla fine si è addormentata in pace. E' stato emozionante! Quando Miranda ci ha iniziate mi sono commossa, ho sentito il centro del cuore aprirsi e sono sgorgate le lacrime, è stato come se fosse un momento atteso da tanto, desiderato e finalmente arrivato e forse le lacrime erano dovute anche al fatto di aver preso coscienza di ciò che rappresenta diventare una Madre della Luna e anche del numero enorme e sempre crescente delle donne con cui saremo connesse durante le Benedizioni mondiali del grembo. Ora per chi non conoscesse il libro di Miranda consiglio vivamente di leggerlo http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__luna_rossa.php Per chi invece non ha mai partecipato alla Benedizione mondiale del grembo ecco il link del sito, tradotto in 12 lingue, dove potrete iscrivervi e ricevere info aggiornate sulle date e sul cosa fare durante la benedizione del grembo http://www.wombblessing.com/italian-invitation.html Sul sito troverete tutte le info che vi servono...Per qualsiasi cosa potete sempre contattare le Madri della Luna più vicine a voi...qui c'è la lista delle Madri della Luna autorizzate http://www.wombblessing.com/moonmothers.html al momento la lista non è ancora stata aggiornata, ma prossimamente verranno inseriti i nomi e i recapiti delle nuove Madri della Luna italiane (circa una sessantina se non sbaglio), e anche quelle che verranno negli altri paesi del mondo, la comunità della Benedizione del Grembo è in costante crescita. Ecco il link dei workshop di Miranda, in alto sulla pagina c'è un link che vi rimanda al calendario degli eventi :) http://www.wombblessing.com/eng-workshops.html 
Ora sono tantissime le idee che mi frullano per la testa riguardo a come mettere a disposizione ciò che ho imparato e probabilmente tante cose cambieranno nella mia vita in funzione di questo mio ruolo e di questo mio compito. Come ha detto Miranda: "Ognuna di voi è qui per un motivo, niente è avvenuto per caso, siete legate che vi piaccia o meno!" e questa frase dice tutto, io sono sicura che tutti gli eventi che si sono succeduti e i cambiamenti fisici ed emotivi, da quando ho iniziato a partecipare alla Benedizione mondiale del grembo l'anno scorso, ma ancor prima, sono serviti a prepararmi e a portarmi lì per questa esperienza di crescita... e con questa chiudo il post.

Da cuore a cuore...purezza e grazia!
Nimue

lunedì 13 maggio 2013

Mi presento!

Dopo un po' di tempo penso sia giunto il momento di presentarmi :P Mi chiamo Antonella, sono nata il 23 Aprile del 1985 a Napoli, ma vivo in un paesino in provincia di Benevento. Sono diplomata in Arti Applicate. Ho seguito un corso biennale per Maestri di Arte Bianca, studiando pasticceria, panificazione e scienze degli alimenti. Il mio interesse per il mondo dell'editoria mi ha portata a seguire un corso di formazione presso la Scuola Librai Italiani di Orvieto. Tutto questo per ritrovarmi comunque disoccupata XD Sono da sempre appassionata di folklore, spiritualità femminile, mitologia, antropologia e tradizioni magico-esoteriche e seguo da anni un percorso spirituale personale ed eclettico. Ispirata dalle montagne del mio amato Sannio, mi sono dedicata con passione alle ricerche sul passato e sulle radici storico-culturali della mia terra. Nel corso degli anni mi sono specializzata, se così si può dire, nella conoscenza e utilizzo delle erbe e degli alimenti in campo magico/rituale, di cui i miei e-book sono il frutto: “Il Grimorio Verde – I Tesori della Terra” e “Il Ricettario della strega in cucina”. Nel 2012 ho iniziato una collaborazione con l'associazione culturale “Le Vie del Risveglio” di Sant'Agata de' Goti (BN), per la valorizzazione del territorio, la diffusione delle culture alternative e la promozione di tematiche olistiche. Sono un'operatrice Reiki di II livello e del “Brighid’s Flame Reiki”, metodo ideato da Joanna Mullane e trasmessomi da Deborah Nappi. Sono una Moon Mother di livello avanzato iniziata da Miranda Gray. Nel 2013 ho seguito un percorso di studio all'interno dell'Ordine delle Brighid's Melissae di Glastonbury, purtroppo bloccato, pochi mesi dopo l'inizio, per cause di forza maggiore, ma che mi ha portata a diventare Custode della Fiamma di Brigit. L'idea di aprire questo blog è nata per un mio desiderio di condivisione...ho incontrato la Dea all'inizio del mio percorso, diversi anni fa, e da quel momento non mi ha mai abbandonata...L'incontro con la Dea è causa di grande gioia! Ella ci dona profonda trasformazione interiore, facendo di noi i veicoli della sua Luce e della sua Forza, Figli e Custodi della Sacra Fiamma!

Nimue

Aggiornamento al 2017:

Dal 2013 diverse cose sono successe che mi hanno portato verso un cambiamento profondo. La mia collaborazione con l'associazione "Le Vie del Risveglio" si è interrotta nel 2015 e da allora mi sono potuta concentrare sul mio viaggio lungo il Sentiero della Spiritualità della Dea, avvicinandomi alla Tradizione Avaloniana del Goddess Temple di Glastonbury. Nel 2016 mi sono formata come Sacerdotessa di Brigit, seguendo il percorso creato da Marion Brigantia, portato in Italia, tradotto e facilitato da Valeria Aliberti che ha arricchito la mia conoscenza della Dea. Dopo aver creato il blog: “Spazio Sacro” e "La Luna nel Grembo", ho aperto anche una pagina facebook “La Dea in Campania - I volti della Grande Madre” con la volontà di dedicarmi alla ricerca della Dea della mia terra, scoprendo un amore nuovo, iniziando a sentire un richiamo forte e antico nei confronti di Mefite. Sono diventata collaboratrice del Tempio della Grande Dea di Roma e mi sto formando come Sacerdotessa del Mare e di Afrodite sotto la guida di Maya Vassallo. Nel marzo 2017 ho dato il via ad un per-corso formativo on-line elaborato e facilitato da me "La Via della Terra - Il sentiero delle erbe incantate" e sono diventata titolare della pagina facebook "Alma Mefitis Shop", dove vendo i miei aura sprays. Da poco è iniziata una nuova avventura: con degli amici abbiamo fondato "Antiqua Vox Januae", un gruppo di studio e ricerca, che nasce dalla vecchia associazione "Le Vie del Risveglio", ma se ne discosta per finalità e obiettivi, operante nella provincia di Benevento, che ha lo scopo di indagare e ri-scoprire le radici arcaiche, storiche, folkloristiche e antropologiche della nostra terra, ri-membrando i misteri che si celano dietro la figura tradizionale della Janara e non solo. "Antiqua Vox Januae" nasce dalla passione e dall'amore per un territorio ferito e sfruttato, ma ricco di tesori da scoprire e da rispolverare, dal desiderio di contribuire attivamente alla valorizzazione delle tradizioni e delle bellezze naturalistiche di quella che è la nostra "casa", nel tentativo di ripristinare un rapporto di sacralità e alleanza con la Dea che si manifesta nel paesaggio e con le sue creature, come figli e figlie della Terra che ci ha dato i natali e ci sostiene e nutre da sempre. Il nome che abbiamo scelto vuole suggerire l'immagine di una porta misteriosa e antica che si apre per permettere il passaggio a chi ha il desiderio e il coraggio di scoprire i misteri celati attraversandone la soglia. Allo stesso tempo vuole riportare alla mente, con un gioco di parole, anche l'Antico richiamo della Dea Janua/Jana, nome che rimanda anche alla figura popolare della Janara, le cui origini affondano nel cuore del popolo Safino.

Artemisia

Insieme all'assenzio è tra le mie piante preferite. L'artemisia rientra nell'insieme delle erbe sacre alla Dea, e fa parte delle così dette erbe di San Giovanni. Ormai siamo nel periodo della raccolta, è giunto il momento di far pulizia nella dispensa delle erbe, buttando quelle vecchie e sostituendole con quelle nuove. La Natura ormai è in piena fioritura, la vita esplode nei campi e nei boschi, è prospera e generosa. La conoscenza delle erbe spontanee è fondamentale per chi pratica l'Arte, ma anche per chi si avvicina alle cure naturali, o semplicemente ama gustare le saporite e sane erbe di campo, imparando a riconoscerle dalle erbe velenose e tossiche. Spesso chi segue una spiritualità pagana non conosce le erbe e tende a rivolgersi alle erboristerie, che hanno sicuramente prodotti di ottima qualità, ma che non sono stati raccolti e preparati in modo rituale e/o per un fine magico, la pianta non ha quindi lo stesso valore e lo stesso potere di quella raccolta personalmente. Le erbe acquistate in erboristeria sono sicuramente ottime per preparare decotti e tisane, o altri preparati che necessitano esclusivamente delle proprietà fisico-chimiche della pianta, ma non per un uso rituale, questo perché non hanno conservato molto del loro potenziale energetico e magico. Munitevi quindi di un erbario e andate a passeggio tra i campi e nei boschi, imparate a conoscere e riconoscere le erbe, ad amarle e rispettarle. Ricordatevi di raccogliere sempre e solo ciò che è necessario, facendo attenzione a non rovinare la pianta madre e restituite qualcosa in cambio in segno di ringraziamento, va bene un cristallo, la posa del caffé, i gusci dell'uovo, del latte, magari sbattuto con un uovo (sono tutti ottimi fertilizzanti) o della semplice acqua (se vi sembra ne abbiano bisogno). 
Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza delle piante e il loro uso rituale/magico, le loro proprietà erboristiche e anche il loro utilizzo in cucina può richiedere i miei PDF "Il Grimorio Verde - I Tesori della Terra" e "Il ricettario della Strega in Cucina" http://spaziosacroaltaredibrigida.blogspot.it/2013/01/i-miei-ebook.html

Ritorniamo all'Artemisia....ecco un estratto del mio PDF "Il Grimorio Verde - I Tesori della Terra"

NOME BOTANICO: Artemisia Vulgaris
GENERE: Femminile
PIANETA: Venere
ELEMENTO: Terra
DIVINITA’: Artemide, Diana, Artio.
POTERI: Forza, protezione, poteri psichici, sogni profetici, previsioni astrali e curativi.
DESCRIZIONE: L’Artemisia vulgaris è una pianta perenne rizomatosa, con foglie profondamente incise senza peduncolo, di colore verde scuro nella pagina superiore e cinereo nella pagina inferiore. I fusti vengono emessi dai rizomi nella primavera. Sono scanalati, di color rossastro e ramificano, specialmente in alto, portando delle fitte pannocchie di capolini poco appariscenti. Il polline abbondante viene trasportato dal vento.
HABITAT E COLTIVAZIONE: Si trova comunemente in tutta Italia, cresce spontanea specialmente sulle scarpate, presso i bordi delle strade, nelle zone ruderali e incolti come campi abbandonati o luoghi vicini a corsi d'acqua; ma anche nei campi coltivati, nelle colture in genere e nelle vigne (è considerata sia pianta infestante che sinantropa). È molto rustica e sempreverde se il clima lo permette. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro e terreno con alti valori nutrizionali, ma mediamente umido. La semina viene effettuata in semenzaio, vista la ridottissima dimensione dei semi. Le piantine allo stadio di 2-4 foglie e alte circa 10 cm vengono trapiantate in pieno campo utilizzando le comuni trapiantatrici. Non esiste allo stato attuale una densità ottimale per la coltura industriale perché sono poche le prove agronomiche effettuate su questa pianta. Sulla base dei pochi dati disponibili sembra che una densità di circa 6 piante per mq rappresenti il giusto compromesso per lo sviluppo della pianta e per l’accumulo del principio attivo. Il massimo contenuto di artemisinina nella pianta  coincide con la fase di inizio fioritura. E’ questo il momento opportuno per la raccolta, che viene  effettuata falciando le piante. Queste poi sono poste ad essiccare in locale coperto e ventilato. Predilige i terreni  franchi  esposti a sud, ma si adatta anche in terreni argillosi. La pianta è poco esigente nei riguardi dei fattori nutritivi. Alle nostre latitudini la specie ha un ciclo di crescita primaverile-estivo e la  fioritura avviene nella tarda estate. La pianta è moderatamente resistente alle basse temperature e  dissecca totalmente con le prime gelate.
RACCOLTA: Le foglie si raccolgono in giugno; le sommità al tempo della fioritura in luglio; la radice in ottobre. I fiori si raccolgono in boccio o appena aperti. La radice dopo la fioritura, verso ottobre, recidendo la pianta a 40-50 cm. dal terreno.
PROPRIETA’ MAGICHE E CURIOSITA’: Bruciata da sola o con altre erbe appropriate sviluppa dei principi attivi che favoriscono gli stati medianici ed i poteri psichici. In Inghilterra questa pianta è infatti parte integrante di rituali evocatori e spiritici. In molti luoghi (compresa l’Italia) viene invece utilizzata per scacciare malefici e negatività. Un infuso di Artemisia è indispensabile per pulire e magnetizzare sfere e specchi magici. L'artemisia può essere usata come un incenso (mista in parti uguali col legno di Sandalo) per rafforzare i poteri psichici. Provate a usarla quando state per effettuare una divinazione o per consultare la sfera di cristallo. L'artemisia può essere anche messa vicino al letto per favorire i viaggi astrali. Altri usi magici includono la forza, protezione, sogni profetici e guarigione. Il nome di questa pianta è probabilmente legato alla Dea Artemide e alla regina Artemisia che per prima ne scoprì e divulgò le virtù terapeutiche.  Fate un bagno con questa pianta perché purifica dalle male azioni commesse. Bruciare l'artemisia allontana le forze maligne ed è utile a scopi curativi. Gli indiani d' america bruciavano l'artemisia tridentata durante le loro cerimonie. Si dice che questa pianta sia stata donata alle donne dalla Dea Artemide per rendere regolare il ciclo mestruale e per aiutare nei parti difficili. In effetti l'Artemisia contiene proprietà antispasmodiche. In passato si portava un rametto di artemisia in tasca quando si doveva viaggiare o intraprendere un lavoro importante. La tradizione prevede che si intreccino corone di questa pianta per ornare il capo delle giovani, allontanare gli spiriti maligni e alleggerire il cuore. Con l'Artemisia in oriente vengono confezionate figurine magiche che rappresentano tigri. Appese fuori dalla porta allontanano gli spiriti malvagi.
PROPRIETA’ CURATIVE: La pianta di Artemisia ricca di proprietà curative ha un basso contenuto in olio essenziale assenza in tuione la pianta risulta meno tossica rispetto all'assenzio, ma le sue proprietà aromatiche e digestive sono molto meno marcate rispetto a quelle dell'Assenzio. Per questo motivo viene scarsamente impiegata. L'infuso e la tintura alcolica sono un rimedio in caso di febbre e raffreddore, disturbi al fegato e stomaco, mestruazioni dolorose e parassiti intestinali. L'infuso può anche essere impiegato per pulire e cicatrizzare piccole ulcerazioni della pelle. Non adatta alle donne in gravidanza e durante  l’allattamento.

martedì 7 maggio 2013

I nodi di Brighid

Questa ricetta appartiene alla magia del focolare, di per sé sacra a Brighid. Il rituale che segue comporta la visualizzazione e l'uso dell'energia ed è adatto sia per i solitari che per i gruppi, ma anche per coinvolgere i bambini. Il rituale è adattabile anche ad altre ricette ed è indicato per preparare del cibo rituale.

Ingredienti:
3 tazze di farina
2 cucchiaini di zenzero in polvere
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/4 di cucchiaino di noce moscata
1/4 di cucchiaino di sale
3/4 di tazza di burro ammorbidito
3/4 tazza di zucchero di canna
1/2 tazza di miele
1 uovo
1 cucchiaino di estratto di vaniglia puro

Dopo aver lavato le mani, iniziate a pesare e a miscelare gli ingredienti visualizzando un campo di energia scaturire dalle vostre mani. Mescolate la farina, lo zenzero, la cannella, il bicarbonato, la noce moscata e il sale in una ciotola grande. Mettete da parte. Sbattete il burro e lo zucchero di canna in una ciotola grande con uno sbattitore elettrico finché non risulta chiaro e spumoso. Aggiungete il miele, l'uovo e la vaniglia, mescolate bene. Aggiungete gradualmente la farina con le spezie continuando a mescolare.Mentre mischiate gli ingredienti chiedete a Brighid di partecipare sporcandosi le mani con voi. Quando l'impasto è pronto, avvolgetelo in un panno e mettetelo in frigo per tre o quattro ore, chiedendo a Brighid di restare con voi per l'uso sacro del focolare (che nelle case moderne quasi sempre è costituito dal forno, o dai fornelli). Preriscaldate il forno a 180° C. Stendete la pasta con uno spessore di mezzo centimetro sul piano di lavoro leggermente infarinato. Imponete sulla pasta le mani, con i palmi aperti verso il basso. Chiedete a Brighid di unirsi a voi e di benedire l'impasto e coloro che partecipano al rituale della preparazione e cottura dei nodi:

"Beata Dea Brighid, unisciti a noi nel nostro lavoro presso il focolare. Infondi a questa pasta la tua luce benefica di prosperità e salute in modo che coloro che godranno dei frutti del nostro lavoro siano benedetti da te e da noi." 

Tagliate la pasta a forma di nodo di Brighid, o se preferite a forma di triskell, o di croce con una grandezza di circa 5 centimetri. Disponete i biscotti su una placca da forno unta e infarinata, oppure ricoperta da carta da forno. Cuocete per 8-10 minuti o fino a quando i bordi dei biscotti saranno dorati. Prestare attenzione al profumo che riempie la vostra cucina e la casa, richiamando l'attenzione sul fatto che non state semplicemente cuocendo del cibo, ma che state facendo magia e l'energia del vostro lavoro e delle benedizioni di Brighid si sta diffondendo nell'Universo, intorno a voi. Fate raffreddare i biscotti per 2-3 minuti e se desiderate potete decorarli come preferite, glassandoli, o ricoprendoli di zucchero a velo eccetera. Questi biscotti si conservano in un contenitore ermetico per 5 giorni. 

Premio "The Versatile Blogger"


Ringrazio tanto Shaila's Personal Space per aver pensato a me. Le regole consistono nel fornirvi 7 notizie su di me e conferire il premio ad altri 7 blog con meno di 200 followers.

Ecco le notizie su di me:

1. Ho sempre molta difficoltà a parlare di me e a definirmi XD

2. Amo tanto il cibo, peccato che la mia bilancia non sia d'accordo!

3. Quando mi sento scarica o depressa sento l'esigenza di circondarmi di natura, mani e piedi sulla nuda terra, circondata dai suoi suoni e dai suoi profumi.

4. Sono una persona piuttosto sanguigna, anche se, per chi mi conosce poco, non si direbbe.

5. Sono Toro ascendete Ariete. In sostanza un potenziale vulcano in esplosione XD

6. Non ho un compagno dalla bellezza di quasi 8 anni, se non di più, ho perso un po' il conto. I motivi credo siano tanti, ma non sto qui a parlarne.

7. Spesso sento proprio il bisogno fisiologico di restare da sola con me stessa e i miei pensieri.

Ed ecco i blog che ho deciso di premiare:
Freya Kosmetik
Cuore di Strega
Il Paiolo Incantato di Nimue
Piccolo Mondo Antico
Il Diario di una Strega
Seguendo la Via dell'Arte
Bio cosmesi naturale, sapone, ricette per intolleranze e salute con le erbe