domenica 14 dicembre 2014

Il Giorno di Brigid

Racconto di di Valeria Melissa Aliberti

Era la ventesima notte ed il fuoco ardeva tranquillo nel recinto circolare del bel tempio rotondo della Dea.
Le diciannove sacerdotesse dormivano serene nei loro letti. Sapevano che la Dea stessa stava vegliando, in quelle ore, la fiamma sacra
All’alba si sarebbero svegliate per celebrarLa poiché il sole nascente avrebbe illuminato il giorno che segnava il periodo del Suo risveglio come fanciulla della primavera.
Ci sarebbero stati canti, musiche, allegre danze e gioiose sfilate lungo tutto il villaggio.
Le donne più giovani avrebbero impersonato la bella Dea brillante e avrebbero portato casa per casa la bambolina di Bridie, che avrebbe benedetto con la sua fresca grazia ogni famiglia.
Si sarebbe munto il latte ed i piccoli agnellini avrebbero accompagnato la festa con i loro teneri belati.
Le sacerdotesse perciò riposavano, fiduciose.
Tutto era silenzioso e solo il fuoco scoppiettava allegramente, innalzando nell’aria il profumo resinoso del legno e accarezzando le ombre con i suoi colori vellutati.
E piano piano, poco per volta, accanto alla fiamma, come se a crearla fosse stato il fuoco stesso, prese forma una bella figura. Una fanciulla dagli occhi di brace, dolci e selvaggi. I capelli lunghissimi, impreziositi da una coroncina 
di fiori, le ricadevano morbidi sulla schiena e un velo candido e sottilissimo le ricopriva il bel corpo.
Si guardò intorno sorridendo.
Ravvivò il focolare e poi, prendendo tra le mani una delle fiammelle, uscì dal tempio senza far rumore.
La notte era profonda ma il cielo terso era puntellato di stelle. L’aria era ancora fresca della neve che rivestiva
la terra come un manto soffice.
Il freddo era pungente ma la giovane sembrava non percepirlo ed anzi, gioiva ad ogni carezza del vento.
Era Brigid sovrana, la Dea Vergine della rinascita.
I suoi piedini si posavano sulla neve come a passo di danza ed a ogni loro tocco la terra sottostante si risvegliava scossa da un tamburellante calore.
Andò danzando di campo in campo, spargendo scintille del suo magico fuoco ovunque. Accarezzava ogni albero 
e al contatto con le sue mani candide i rami si riempivano di teneri boccioli e nei prati il bianco manto si scioglieva 
e, timidi, facevano capolino i bucaneve.
La linfa scorreva nei tronchi e sottoterra e Brigid cantava di gioia.
Tutto fremeva avvolto dalla fresca energia della giovane Dea.
Quando l’orizzonte iniziò a schiarirsi Brigid tornò felice al tempio rotondo.
In quel magico momento i primi lievi bagliori dell’aurora illuminarono i visi delle diciannove sacerdotesse che si svegliarono all’unisono.
Era ancora presto ma tutte si alzarono e quasi in punta di piedi andarono al recinto del sacro fuoco.
Nella dolce foschia dell’alba videro una leggera sagoma femminea deporre una luminosa fiammella nel focolare.
La sagoma si voltò verso di loro, sorrise e poi scomparve divenendo pura fiamma.
Le sacerdotesse, incantate e felici, si presero per mano e cantando fecero il giro degli orti e dei prati del tempio.
La rugiada del mattino imperlava i nuovi germogli e rifletteva il baluginio dei raggi rosa.
La giovane Dea era tornata.
La primavera si stava risvegliando.

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