mercoledì 31 luglio 2013

Lughnasadh - La Festa del Raccolto (31 Luglio - 1 Agosto)

Questo è il periodo in cui inizia la stagione del raccolto. Il grano è maturo e i suoi chicchi racchiudono in sé la sacralità del Mistero. Il grano è il simbolo della vita e del nutrimento e quando viene falciato rappresenta il sacrificio, la morte e la rinascita, non a caso è stato fin dal neolitico considerato sacro (così come tutti i cereali). I campi sono un'esplosione di oro, gli alberi sono carichi di frutta, il calore del Sole è forte, ma si comincia ad avvertire il cambiamento delle energie intorno a noi, la Natura inizia ad addentrarsi a passi lenti verso il riposo. Questo è il momento non solo del raccolto fisico e materiale, ma anche del nostro raccolto spirituale, è il momento di fare un bilancio dell'anno trascorso, mettendo nel cesto i frutti delle nostre azioni, delle nostre scelte, delle nostre esperienze, riflettendo sulle lezioni apprese, godendo e ringraziando dell'abbondanza che ci è concessa. La Madre Terra ci ha benedetti con la sua ricompensa.  La Dea però procura solo quello per cui lavoriamo e che piantiamo con i nostri intenti. Con l'autunno che inizia, il Dio Sole inizia ad invecchiare, ma non è ancora morto. Il Dio simbolicamente perde un po’ della sua forza così come il Sole che sorge sempre più a Sud ogni giorno e la notte inizia a crescere. Durante il raccolto si credeva anticamente che una forza sacra si incarnasse nell'ultimo covone mietuto. Questo spirito del grano era identificato spesso nell'ultimo mietitore che raccoglieva l'ultimo covone. In tempi antichi egli era sacrificato e le sue ceneri sparse nei campi. Poi si passò a sacrificare animali e bruciare fantocci, ma il significato era sempre quello: il sacrificio della divinità primordiale, che moriva come Re del grano e il suo sacrifico, la sua linfa versata sui campi era garanzia di futuri e abbondanti raccolti. Altri nomi per questa festa sono Lammas e la Vigilia di Agosto. Anche l’odierna festa di ferragosto, in realtà, affonda le sue radici nelle tradizioni di Lughnasadh. "Lammas" era il nome sassone dato alla festa dopo la cristianizzazione e significa "Messa delle Pagnotte", perché era il giorno in cui le prime pagnotte venivano infornate dal raccolto e posizionate sugli altari delle chiese come offerte e per esser benedette. Era un giorno rappresentativo dei "primi frutti". 


In origine il ciclo agreste nella mitologia antica era rappresentato principalmente da due divinità femminili, quasi sempre madre e figlia, oppure sorelle, che rappresentavano la vita e la morte, e insieme il ciclo eterno di rigenerazione della Natura e dell'essere umano, erano due facce della stessa medaglia. Il folklore europeo ne parlò come la vecchia del grano che moriva al momento del raccolto per incarnarsi nella fanciulla del grano. Le due figure più conosciute sono Demetra/Cerere e Persefone/Proserpina. I misteri iniziatici in onore di Demetra e Persefone che si tenevano ogni anno nell'antica Eleusi insegnavano che la morte è solo un passaggio verso una diversa esistenza. Così come Persefone ritornava dal regno dei morti, anche gli iniziati potevano aspirare alla resurrezione. Il chicco di grano muore ma per rinascere come nuova spiga, oppure sotto forma di pane. Più tardi la divinità del grano assunse aspetto maschile, il re o dio del grano, figlio o amante delle grandi dee.


In Irlanda, Inghilterra e Scozia spesso si canta una ballata popolare, intitolata John Barleycorn must die, che parla di questo personaggio, rappresentazione dello spirito dell'orzo, che, come lo spirito del Grano, o la Madre del Grano di cui ho parlato prima, ogni anno muore e si trasforma in farina e poi in birra e Wisky. Del testo della canzone esistono diverse versioni, raccolte in varie epoche, a partire dal 1600, di seguito si può leggere la traduzione del brano nella versione più comune:


"C'erano tre uomini che venivano da occidente,per tentare la fortuna
e questi tre uomini fecero un solenne voto
John Barleycorn deve morire
loro avevano arato, avevano seminato, loro avevano dissodato
e avevano gettato zolle di terra sulla sua testa
e questi tre uomini fecero un solenne voto
John Barleycorn era morto
lo lasciarono giacere per un tempo molto lungo, fino a che scese la pioggia dal cielo
e il piccolo sir John tirò fuori la sua testa e lasciò tutti di stucco
loro l'avevano lasciato steso fino al giorno di mezza estate e fino ad allora lui era sembrato pallido e smorto
e al piccolo Sir John crebbe una lunga lunga barba e così divenne un uomo
loro avevano assoldato uomini con falci veramente affilate per tagliargli via le gambe
l'avevano avvolto e legato tutto attorno, trattandolo nel modo più brutale
avevano assoldato uomini con i loro forconi affilati che avevano conficcato nel (suo) cuore
e il carrettiere lo trattò peggio di così
perché lo legò al carro
e andarono con il carro tutto intorno al campo finché arrivarono al granaio
e fecero un solenne giuramento sul povero John Barleycorn
assoldarono uomini con bastoni uncinati per strappargli via la pelle dalle ossa
e il mugnaio lo trattò peggio di così
perché lo pressò tra due pietre
e il piccolo Sir John con la sua botte di noce e la sua acquavite nel bicchiere
e il piccolo sir John con la sua botte di noce dimostrò che era l'uomo più forte dopo tutto
il cacciatore non può suonare il suo corno così forte per cacciare la volpe
e lo stagnaio non può riparare un bricco o una pentola senza un piccolo (sorso) di grano d'orzo."


Nella tradizione irlandese, gaelica e scandinava questa festa era chiamata "Lughnasadh", un'occasione per commemorare il funerale del Dio del Sole e della fertilità Lugh, che si prepara al sacrificio che avverrà a Mabon, e Arianrhod, Dea delle Luna e dell'Aurora. In loro onore si tenevano gare di destrezza sportiva.
Dovevano esistere diverse variazioni locali della storia di Lugh, che purtroppo sono state dimenticate (nonostante ciò alcuni frammenti di tali storie sembrano essere sopravvissuti attraverso altri personaggi, come nel caso della storia di “Jack il Calderaio” della Cornovaglia). Secondo il mito, la nascita di Lugh avviene in un periodo di tensioni e pericoli. Il dio è figlio di Cian, figlio di Dian Cécht, e di Eithne, figlia dell'invincibile campione Balor, colui il cui occhio inceneriva tutto ciò su cui si posava (metaforicamente rappresenta il sole cocente e arido di agosto, non più fertile e benevolo nei confronti degli esseri umani). Lugh rappresenta la possibile riconciliazione tra Danai e Fomori (tra saggezza e forze del caos). Poiché la sua esistenza è un pericolo per Balor (secondo una profezia sarebbe stato ucciso dal nipote), appena nato viene nascosto e, come Mabon, svanisce dalla terra ed è ospitato da Manannàn Mac Lir, custode delle profondità marine, dove apprende l'arte della poesia. Cresciuto, Lugh reclama il suo posto a Tara, tra i Tuatha Dé Danann. Come membro dei Danai, partecipa alle lotte contro i Fomori e alla fine distrugge l'occhio del nonno Balor. I Fomori non sono più invincibili e il raccolto è al sicuro. Lugh è infatti l’unico in grado di distruggere il potere di Balor, essendo il frutto di un Danann e di una Fomore, con la sua lancia infuocata trafigge l’occhio malvagio portando la freschezza dei temporali che ci accompagneranno lentamente verso la stagione buia. Le origini della festa di Lughnasadh – secondo la mitologia irlandese – sono collegate, però, non tanto a Lugh quanto alla sua madre adottiva Tailtiù, la quale si affaticò per preparare le pianure irlandesi all’agricoltura e così morì, dopo aver chiesto che la pianura diventasse la sua tomba. Lugh ordinò che gli uomini di Irlanda tenessero una festa annuale all’anniversario della sua morte, istituendo i giochi funebri in suo onore. La tradizione dei giochi funerari ha paralleli in molte culture, basti pensare le cerimonie funebri dei guerrieri morti ricordate nell’Iliade. Il vero scopo della festa è il raduno delle popolazioni al momento del raccolto sulle terre coltivate, terre che costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra. Gli stessi raccolti sono essi stessi parte del corpo della Madre Terra.

Secondo la tradizione gallese, egli è figlio di Arianrhod, la Dea Bianca, e di Gwyddyon, suo fratello. La madre, insofferente al nascituro, getta sul bambino tre geasa (divieti). Il bambino non deve avere un nome a meno che non gli venga dato dalla dea stessa, non può possedere armi se non donate da lei e non può avere in sposa una fanciulla mortale. Attraverso l'ingegno del padre Gwyddyon il bambino riesce ad aggirare i geasa , riuscendo ad avere un nome (la madre, stupita dalla sua abilità esclamò: Lleu Llaw Gyffes, che significa “Il leone ha la mano ferma” e che quindi divenne il nome del giovane dio), ad avere le armi (attraverso un travestimento fu la dea stessa a metterle nella sua mano) e una bellissima donna non mortale (venne creata dal padre mediante la magia e l'uso di nove fiori e il suo nome è Blodeuwedd, che significa appunto “viso di fiori”). Blodeuwedd tradisce il marito, riferendo all'amante Grown Pebr il suo punto debole, ma Lleu riesce a salvarsi e a sconfiggere il nemico. Blodeuwedd viene invece tramutata in gufo.

In questa vigilia di agosto la tradizione vedeva molti festival dell'arte. Le gilde medievali creavano ancora più mercanzie, decoravano i loro negozi e loro stessi con colori accesi e nastri, marciavano in parate e organizzavano strane recite cerimoniali e danze per gli stranieri e per gli astanti. Era tempo di baldorie propiziate dal calore estivo e si celebrava l’inizio del raccolto e l’offerta dei primi frutti agli dei (la festa era detta “del primo raccolto”), così come pure la potenza della luce solare e l’abbondanza generosa della natura. Il sole aveva trionfato su venti, gelo e nebbie e ora il raccolto era pronto. Ma la fertilità è anche un concetto legato alla sessualità umana, così nell’antica Irlanda si celebravano i cosiddetti matrimoni di prova che duravano un anno e un giorno. All'alba della vigilia di Lughnasad si costruivano piccole capanne coperte di fiori, possibilmente vicino a corsi d'acqua, dove gli innamorati dormivano insieme la notte del 31 Luglio.
E' un momento di transizione. Anche se maturiamo ciò che abbiamo costruito, raccogliamo i meriti per il nostro lavoro, il Dio si sacrifica volontariamente per mano della Dea e il sangue è sui campi come i semi a primavera. Il grano che matura è prodotto di una pianta morente. La promessa di una nuova vita è nel cuore di ogni spiga che matura, trasformandosi in grano e quindi in farina e quindi in pane che ci sosterrà nei mesi che verranno. La Dea stessa, nella sua fase di Madre abbondante e prodiga è presente come mietitrice del grano, di anime e di vita, la Crona che gentilmente conduce la vita nella morte per poter ricreare ancora vita.

Attività per Lughnasadh
La celebrazione di questo Sabba è una pausa per rilassarci e aprirci ai cambiamenti della stagione, così che si può essere tutt'uno con le energie e ottenere quello che vogliamo. 
I cibi per Lughnasad includono pane, more e tutti i frutti di bosco, mele selvatiche, tutti i tipi di cereali, ed i prodotti che maturano in stagione. 
Talvolta si fa un dolce di granoturco e si usa il sidro al posto del vino. 
Questo è il tempo per insegnare ciò che avete appreso, per dividere i frutti della vostra conoscenza con il mondo. 
Preparate un pane magico per festeggiare il raccolto aggiungendo alla pasta delle erbe fresche come basilico, origano, aneto, prezzemolo e erba cipollina. 
Preparate la bambola di grano della Dea che userete a Imbolc per rappresentare la Fanciulla della Primavera che rinasce e tenetela in casa come talismano di abbondanza durante i mesi freddi.


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